Il miele : benessere e salute

 

 

Tutti sanno , a grandi linee, che il miele fa bene, ma non molti conoscono le molteplici proprietà di questo prezioso dono della natura chiamato non a caso il nettare degli Dei, che per la mitologia greca rappresentava addirittura il simbolo dell’amore. Già in tempi antichissimi le sue proprietà erano considerate miracolose ma il suo utilizzo era destinato a pochi fortunati.

Oggi abbiamo a disposizione molte varietà di miele diverse per gusto, sapore, colore e per una serie di benefici importanti per la salute. I diversi tipi di miele sono classificati in base al fiore, ma il sapore può cambiare tra fiori uguali originari dello stesso luogo. Questo dipende dalle diverse temperature o dalla quantità di precipitazioni che ne differenziano la crescita. Il miele di colore più chiaro ha un sapore più delicato rispetto a quello più scuro e si differenzia anche tra grezzo o lavorato. Il primo non viene pastorizzato e viene lavorato il minimo indispensabile, è naturale al 100% senza aggiunte e tende a formare cristalli. Quello lavorato è quello considerato “industriale” ed è meno ricco di proprietà perché viene riscaldato a temperature più alte e imbottigliato in serie con conseguente perdita di vitamine, minerali e altri nutrienti essenziali. In natura esistono più di 300 varietà di miele, di cui circa una sessantina vengono prodotte solo in Italia.

In generale è alleato del cuore perché riduce l’aggregazione delle piastrine, è un rimedio naturale efficace per bronchiti e raffreddori perché, grazie ai suoi 13 lattobacilli, disidrata la componente batterica rendendola più facile da aggredire da parte del sistema immunitario ed è un potente antinfiammatorio e antibatterico.

Qui qualche esempio delle proprietà di alcuni tipi di miele:

Il miele di acacia è una delle varietà di miele più popolari. Chiaro e limpido, è caratterizzato da un delicato sapore floreale dovuto al dal nettare dei fiori della robinia. L’alta concentrazione di fruttosio aiuta il miele di acacia a mantenere il suo stato liquido per un lungo periodo di tempo, ma il suo basso contenuto di saccarosio lo rende una scelta ideale per i diabetici. Essendo una ricca fonte di proprietà antinfiammatorie, è il più adatto da utilizzare in caso di disturbi respiratori.
Il miele di castagno dal sapore complesso e intenso, con un profumo avvolgente e caratteristico, è una scelta per intenditori. Oltre a essere un’ottima fonte di proteine, vitamine B e C e di sali minerali (come manganese, potassio, calcio e soprattutto ferro), possiede verificate proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.
Il miele di girasole è molto utilizzato per la sua dolcezza garantita dall’alta concentrazione di glucosio – che lo rende poco adatto ai diabetici – e per il suo sapore leggero e delicato. Antinevralgico e febbrifugo, pare sia un valido aiuto (non verificato scientificamente) per abbassare il livello di colesterolo.
Il miele di avocado viene estratto dai suoi fiori ed è di colore scuro, ha un sapore ricco e burroso che, mescolato ad altri ingredienti, costituisce un gustoso condimento per tante pietanze. È noto per le sue potenti proprietà antiossidanti che lo rendono perfetto anche per maschere di bellezza. È ricco di nutrienti come potassio, vitamine K, B9, B6, B5, C, D ed E, proteine e fibre.
Il miele di tiglio è amatissimo per il suo gusto pungente e particolare, per il suo colore bianco caratteristico e per l’eccezionale versatilità del sapore. Ha una nota fresca, gradevole e simile al legno. È un must assoluto nei periodi di stress: considerato potente anti-spasmodico, agisce come calmante del sistema nervoso e contrasta gli stati ansiosi. Utile in caso di insonnia e notti agitate, viene utilizzato anche nel trattamento di raffreddore, tosse e bronchite.
Il miele di faggio conosciuto anche come miele di melata, viene creato a partire dalla linfa prodotta dagli afidi sulla corteccia dell’albero di faggio e successivamente raccolta dalle api. Potenzia le difese immunitarie, aiuta l’apparato digerente ed è spesso usato come integratore naturale di sostanze primarie grazie al suo incredibile valore nutrizionale.
Il miele di grano saraceno è forse poco noto, ma è una delizia preziosa prodotta in origine soprattutto in Europa. Ricca fonte di ferro e di altri nutrienti essenziali, è una tra le varietà di miele con più antiossidanti.
Il miele di tarassaco è una varietà leggermente aspra, ma deliziosa. Ha un colore ambrato scuro, un caratteristico aroma di dente di leone ed è considerato un’erba medicinale in Cina, Tibet e India per le sue proprietà curative. È infatti considerato un detox naturale efficace grazie alle sue caratteristiche diuretiche, depurative e drenanti.
Il miele di eucalipto è un must per l’inverno: è considerato un vero e proprio miele medicinale utilizzato per curare il raffreddore, i problemi del tratto respiratorio e dal mal di testa. Pungente e particolare, non piace a tutti.
Il miele di Manuka originario delle zone costiere della Nuova Zelanda, viene raccolto dal fiore dell’albero del tè. È ricco di proprietà antibatteriche che aiutano a trattare efficacemente ulcere gastriche, mal di gola, raffreddore, indigestione, ma anche acne e brufoli. Il sapore del miele di manuka ha un retrogusto robusto che permane a lungo sul palato.
Il miele di arancio è una bomba fruttata con un fresco profumo e un fragrante gusto agrumato che lo rendono perfetto per la pasticceria. È noto per il suo effetto rilassante e calmante: viene spesso consigliato per alleviare gli stati d’ansia, per contrastare mal di testa e vincere l’insonnia. Aiuta la digestione dopo un pasto eccessivamente abbondante e pare stimolare l’appetito.
Il miele di Kanuka è un lontano parente del miele di Manuka è meno noto, ma vanta comunque proprietà uniche. Il Kanuka contiene infatti alti livelli di composti fenolici ideali per stimolare il sistema immunitario e godere di un effetto antinfiammatorio. È un alleato nella cura della pelle e può essere utile nella gestione di acne, rosacea ed herpes labiale.

 

 

 

” La natura bella delle cose”

 

 

 

La natura bella delle cose, il saggio di Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, racconta di come le nostre scelte contribuiscono a cambiare il mondo, non solo quelle che mettono a serio rischio la vita del pianeta e dei suoi abitanti che è cosa nota anche se mai abbastanza ripetuta, ma di quelle che possono invertire un senso di marcia invitandoci all’azione con cose anche piccole ma quotidiane che ci riconnettono con la bellezza e con gli altri, perché tutto è interdipendente, e perché rispondere alla violenza con gesti di pace è ancora, e sempre, l’unico modo per restare umani.

Uno dei temi vitali è il sistema economico – produttivo dove l’iper produzione e lo spreco generano sofferenza per la Terra e la natura e per la libertà ed i diritti di molti popoli. Viviamo in un pianeta in cui un miliardo di persone non ha cibo, ma sprechiamo cibo per 4 miliardi di persone. Se ci domandiamo dove avvengono gli sprechi, quale tipo di filiera sosteniamo con le nostre scelte, Se sappiamo che ogni volta che acquistiamo cibo che viene prodotto un modello non sostenibile, faremo scelte più consapevoli verso modelli migliori.

«Il punto fondamentale è tornare a dare valore al cibo. È incredibile come conosciamo a perfezione ogni prodotto che compriamo, dallo smartphone alle auto agli abiti, e invece non sappiamo quasi nulla del cibo che mangiamo. Questo è un processo di banalizzazione del cibo che possiamo e dobbiamo invertire: il prezzo bassissimo della materia prima non trasformata, come il pomodoro, ha provocato la morte di Satnam Singh, che era uno schiavo del 2024 ed è morto per garantire prezzi bassi alla vendita. La verità è che il modello della grande distribuzione funziona sulla base di uno sfruttamento. Possiamo scegliere: oggi le nostre scelte alimentari sono fortemente condizionate dalla pubblicità e dal marketing – viviamo in un mondo in cui gridiamo allo scandalo quando i pomodori in stagione costano più di 1,99 €, mentre siamo disponibili a pagare più di 90 € al chilo per un ovetto di cioccolato con dentro una sorpresa – e invece dovremmo tornare a scegliere la qualità. Nel nostro piccolo possiamo cambiare le cose. Possiamo scegliere di comprare prodotti di stagione, perché se compro delle fragole a dicembre per produrle si è spesa energia e fertilizzanti per farle cresce fuori stagione; se scegliamo prodotti che vengono da vicino, se compriamo dai mercati contadini e dalle botteghe di quartiere che attingono da una filiera locale. Forse non sono le scelte più facili ma se consideriamo cosa c’è in ballo, allora vale la pena di impegnarsi. Valorizzare la produzione di piccola e media scala significa proteggere la biodiversità, sistemi di produzione a bassi input esterni e ad altissimo tasso di competenze, creatività e buone pratiche.

Nel 2014 un rapporto faro della Fao calcolava che nove su dieci dei 570 milioni di aziende agricole del Pianeta erano a conduzione familiare e producevano approssimativamente l’80% del cibo mondiale. Eppure, questo tipo di agricoltura viene tutt’oggi definita come “alternativo”, e narrato di conseguenza. C’è un lavoro importante da svolgere sulle parole: quando abbiamo iniziato a riflettere sull’edizione 2022 di Terra Madre Salone del Gusto, l’evento che ogni due anni chiama a raccolta il mondo della produzione alimentare internazionale di piccola e media scala, abbiamo scelto il tema della Rigenerazione. È stato pressoché immediato pensare a una rigenerazione del pensiero e del linguaggio: perché, se è vero che il nostro pensiero influenza il nostro linguaggio, è vero anche il contrario, cioè che le nostre parole condizionano i nostri pensieri e il nostro sentire. Allora, se il linguaggio deve essere al servizio della verità e non degli interessi specifici di alcuni, si devono indagare le parole, si devono scegliere accuratamente e dove mancano inventarle: difendere il linguaggio dal dominio di pochi affinché sia al servizio di tutti. Perché è proprio questo il punto: il bene comune contrapposto al privilegio di pochi. »

La bellezza è un motore silenzioso e potente, in grado di riconnetterci con gli altri e con quello che ci circonda. La consapevolezza è chiave di volta nell’essere presenti a se stessi, nell’analisi di ciò che ci circonda e nelle risposte che siamo in grado di dare.

Si legge nella Carta della Terra, articolo 4 del Principio I: «Rispetto e cura per la comunità della vita», «Tutelare i doni e la bellezza della Terra per le generazioni presenti e future».

C’è il futuro nella bellezza della Terra, c’è, nel tutelarla, una dichiarazione d’amore per il futuro.

 

 

 

WORLD BEES DAY

 

 

 

20 maggio, giornata mondiale delle api. E’ stata istituita nel 1917 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e in questi 6 anni, a parte cercare di sensibilizzare al pericolo della loro estinzione non si è fatto granchè.

Il maggior impollinatore in natura – che ha un ruolo indispensabile per la moltiplicazione e conservazione di moltissime specie vegetali e della biodiversità, quindi degli habitat naturali di tutto il pianeta – è in costante, veloce diminuzione. Quello che si è fatto finora è troppo poco per arrestare questa allarmante moria.

A questi straordinari esseri viventi dobbiamo la riproduzione del 75% di tutti gli alberi da frutto del mondo , ( per fare qualche esempio: anacardi, carambole, rapa, coriandolo, durio, cardamomo, nespolo, grano saraceno, feijoa, melograno , mela, mango, avocado, pimento, albicocca, ciliegie agrodolci, prugna, mandorla, pesca, pera, rosa canina, lampone, mora, naranjillo, mirtillo  e si può continuare un lunghissimo elenco) e moltissimi ortaggi.

Il 90 % del cibo deriva , direttamente o indirettamente, dal lavoro delle api, fondamentali anche per l’equilibrio di ecosistemi e biodiversità perché limitano la proliferazione di varietà invasive. Senza il loro contributo si ridurrebbe drasticamente il numero di tutte le piante esistenti sul pianeta con conseguenze sulla produzione di ossigeno e sulla filtrazione dell’anidride carbonica in eccesso. Scomparirebbero moltissimi animali e si svilupperebbero senza controllo specie infestanti e dannose .

Le api sono anche indicatori della salute dell’ambiente: prolificano soltanto in condizioni di basso o meglio ancora, nullo inquinamento dei luoghi dove vivono. Le cause della scomparsa delle api sono tante: iniziano a scomparire alcune delle varietà vegetali e floreali fondamentali per loro, e le piante rimanenti, comprese le specie selvatiche, stanno diventando meno nutritive per l’aumento delle temperature e dell’inquinamento ambientale. La mancanza di sostanze mellifere ha come primo effetto la riduzione della produzione di miele, alla quale segue l’impossibilità di rigenerare gli alveari e procedere efficacemente all’impollinazione. Oltre a questo, anche la sempre più diffusa strategia di coltivare monocolture, anche su spazi verdi molto estesi, sta privando le api delle piante di cui si nutrono.

Ma l’uso di pesticidi chimici è uno dei maggiori killer. Con i pesticidi le api ingeriscono veleni che non lasciano loro nessuno scampo, come anche le molecole tossiche rilasciate da rifiuti abbandonati  che vanno ad inquinare l’ambiente. Si arriva a migliaia di esemplari ogni giorno per ogni luogo inquinato. Purtroppo le api rimaste in vita non riescono ad avere il tempo necessario per ripopolare gli alveari. Dall’introduzione dei neonicotinoidi in agricoltura – una classe di insetticidi neuroattivi- negli anni “ 80” , la popolazione di api è crollata a livello mondiale.

Sono state tra le prime specie a subire l’effetto dei cambiamenti climatici, soprattutto l’aumento delle temperature. Molte popolazioni hanno iniziato a cercare vere e proprie rotte migratorie per raggiungere dei climi più freddi, ma questo trasferimento porta alla perdita di numerosi esemplari durante il viaggio. L’aumento di piogge torrenziali – le catastrofi naturali incentivate dai cambiamenti climatici innescati dall’uomo – portano con sempre più frequenza alla distruzione degli alveari naturali, uccidendo tutti gli esemplari che vi trovano casa.

Dagli anni ’70 a oggi, il loro numero in natura è diminuito di più del 40%.

Entro la fine del secolo, se non si interverrà in modo più decisivo e fattivo di quanto è stato fatto finora, gran parte degli insetti impollinatori potrebbe essere scomparso. Si parla di due terzi. Ed è facile immaginare quali gravi conseguenze questo potrebbe avere sulla sopravvivenza dell’intero pianeta, specie umana compresa.

I governi devono mettere in atto ogni tipo possibile di politiche ambientali per la tutela e la cura dei danni fatti all’ambiente ed ogni cittadino del mondo fare la propria parte con piccole, importantissime cose:

Aderire con una sola firma alle campagne per la tutela delle api e l’eliminazione dei pesticidi chimici .

Un’altra agricoltura è possibile, basta tornare alla fertilizzazione naturale con compost o letame. Sono molte le aziende agricole che applicano le buone pratiche dell’agricoltura biologica e biorigenerativa, evitando l’uso di pesticidi e ricreando ecosistemi ricchi di biodiversità. Sosteniamole.

Coltiviamo piante che attirano le api, come trifoglio, tulipano, rosmarino, salvia officinale, basilico, flox, calendula, fiordaliso, cicoria, margherita, nigella, erba medica, coriandolo, cumino, girasole, malva, borragine, lavanda, tiglio, acero, acacia e molti altri ancora.

Date loro una casa. Si trovano in commercio molte casette per le api, non abbiate paura di essere punti, le api pungono solo per difendersi e quando lo fanno muoiono perché, quando agganciato alla cute, il pungiglione si stacca dal corpo e ne strappa parte dell’addome per cui ovviamente preferiscono una convivenza pacifica, e poi sono troppo affaccendate al loro lavoro per permettersoi di essere aggressive.

Favoririamo l’apicoltura, anche a livello locale, perché è importantissima per il ripopolamento delle api nelle aree verdi;

Adottiamo uno stile di vita più sostenibile, riducendo la produzione di rifiuti, riciclando il più possibile, sfruttando sempre più le risorse rinnovabili.

 

INIZIATIVE e PROGETTI :

BEE MY FUTURE  – LIFEGATE

DIAMO UNA CASA ALLE API  – WWF

ADOTTA UN ALVEARE – 3BEE

SALVIAMO LE API – GREENPEACE

Da  NATURASI in omaggio bustine di semi di fiori che piacciono alle api

www.beesandfarmers.eu

EVENTI

https://viaggi.corriere.it/news/cards/giornata-mondiale-api-2023-eventi-in-italia/

Angelina Jolie per National Geographic contro il rischio di estinzione delle api

 

In occasione del World Bee Day, la giornata mondiale delle api (che si celebra ogni anno il 20 maggio), Angelina Jolie ha posato per il National Geographic totalmente ricoperta di api (vive, chiaramente), presenti in grande quantità sia sul corpo sia sul volto, prestandosi, con un gesto forte, come testimonial di una campagna per sensibilizzare sul rischio scomparsa degli impollinatori, specie importantissima, componente fondamentale della catena alimentare del nostro Pianeta e di vitale importanza per il nostro ecosistema.

Un video girato dal fotografo e illustratore Dan Winters, che sul profilo Instagram di National Geographic ha raccontato l’esperienza vissuta con Angelina. “Sono un apicoltore e quando mi è stato assegnato l’incarico di lavorare con lei, la mia preoccupazione principale era la sicurezza. Tutti sul set tranne Angelina dovevano indossare una tuta protettiva. Doveva essere silenzioso e piuttosto buio per mantenere calme le api. Angelina è rimasta perfettamente immobile, coperta di api per 18 minuti”. Fortunatamente, specifica Winters , tutti gli insetti erano senza pungiglione… In meno di 24 ore questo video con Angelina Jolie ha superato 2.200.00 di like. Il fotografo si è ispirato a un famoso ritratto di Richard Avedon del 1981 di un apicoltore della California, il cui torso nudo era coperto di api. ll National Geographic ha rivelato che la diva parteciperà all’iniziativa dell’Unesco per imparare a diventare apicultrice.

Ambasciatrice presso l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, Angelina Jolie è sempre molto impegnata socialmente. Anche l’impegno di tipo ambientale di questa campagna a sostegno delle api si rivela intriso di impegno sociale.

“So che sembra che ora io stia lavorando con le api ma per me le api, l’impollinazione, il rispetto dell’ambiente, sono tutti connessi al sostentamento delle donne e agli sfollamenti per i cambiamenti climatici”,”Quello che trovo entusiasmante è che invece di dire “stiamo perdendo le api e alcune specie sono estinte o si estingueranno” ci facciamo avanti dicendo “sì, questo è il modo per proteggerle”. Il 20 maggio, Giorno delle Api, è dedicato alla sensibilizzazione sulle conseguenze di una loro estinzione, perchè l’impollinazione è vitale per la nostra stessa esistenza.

Angelina Jolie, Inviata Speciale per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha visto con i suoi occhi lo stretto legame esistente tra la distruzione ambientale, l’insicurezza alimentare e lo sfollamento umanitario in tutto il mondo.

Per questo, da 17 anni, con la fondazione che prende il nome di suo figlio Maddox, supporta le comunità locali della Cambogia (il Paese dal quale il figlio maggiore proviene). Le aiuta a combattere la deforestazione e il disboscamento illegale che minacciano le api, la fauna selvatica e tutto l’ecosistema.

Nell’intervista, Angelina Jolie spiega anche il suo impegno nel programma Guerlain per l’UNESCO (Women for Bees). Un programma che incoraggia l’empowerment femminile e nello stesso tempo, la conservazione della biodiversità. Con la difesa delle api nelle 25 Riserve della Biosfera dell’UNESCO.

 

QUI l’intervista su National Geographic

 

Una parola con la A. Ape

Siamo ad un punto di svolta. Non è più solo una sensazione collettiva, è una realtà. Le risorse del pianeta si stanno esaurendo, il clima è argomento di ogni giorno, tutti sanno che i ghiacciai si stanno sciogliendo, e l’estinzione di molte specie animali passa spesso sotto un colpevole silenzio.
Ma che scompaiano le api non possiamo proprio permettercelo. Le api sono indispensabili alla biodiversità del pianeta e alla vita. Grazie alla loro capacità di impollinare, la natura si perpetua.
Ten Small Bees è un nuovo brand di gioielli dove le api sono il soggetto principale. E’nato dal bisogno di unirsi e contribuire alle tante iniziative in difesa delle api. L’ape di TSB è stata creata per questo. Sono gioielli Made in Italy, fatti a mano da orafi italiani e realizzati in argento e oro 9 e 18 carati, impreziositi da zirconi e tormaline. La collezione è elegante ed essenziale, e in fase di acquisto è possibile scegliere varianti di materiali: argento, nei colori naturale, dorato o rosato, oro 9 carati o 18, giallo o rosa, e il colore delle pietre; quasi un “ fatto su misura”.
Piccoli pezzi da indossare ogni giorno, pezzi unici riconoscibili dalle piccole api stilizzate, segno distintivo del progetto TSB.
L’argento utilizzato è Argentium Silver, una lega certificata 100 % ecosostenibile, in quanto utilizza il 100% di argento riciclato. Per le sue qualità superiori riduce notevolmente il tempo di lavorazione e le risorse impiegate che pesano sull’ambiente, ed è sempre ottenuto da fonti etiche e sostenibili. E’ composto da un minimo di 935 a un massimo di 960 parti su 1000 di argento e non richiede nessun tipo di placcatura. La sua naturale luce e brillantezza è sono persino superiore a quella dell’oro bianco.
Per ogni pezzo venduto devolveremo il 10% del suo valore ad iniziative che tutelano api e apicoltori. L’elenco dei beneficiari sarà inviato con l’ acquisto.